笨小笨Canto XXIV. Lo’ mperador del doloroso regno (Remastered 2024)歌词由Joseph B&Alex JB Martin&Kronos&Gianluca Cellai演唱，出自专辑《Dante in Musica， (Trilogia in Classical， La Divina Commedia， Inferno， Purgatorio， Paradiso)》，下面是《Canto XXIV. Lo’ mperador del doloroso regno (Remastered 2024)》完整版歌词！
Canto XXIV. Lo’ mperador del doloroso regno (Remastered 2024)歌词完整版
Vexilla regis prodeunt inferni 0.08
verso di noi; però dinanzi mira",
disse ’l maestro mio, "se tu ’l discerni". 3
Come quando una grossa nebbia spira,
o quando l’emisperio nostro annotta,
par di lungi un molin che ’l vento gira, 6
veder mi parve un tal dificio allotta;
poi per lo vento mi ristrinsi retro
al duca mio, ché non lì era altra grotta. 9
16) Quando noi fummo fatti tanto avante, 0.33
ch’al mio maestro piacque di mostrarmi
la creatura ch’ebbe il bel sembiante, 18
d’innanzi mi si tolse e fé restarmi,
"Ecco Dite", dicendo, "ed ecco il loco
ove convien che di fortezza t’armi". 21
Com’io divenni allor gelato e fioco, 1.03
nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo,
però ch’ogne parlar sarebbe poco. 24
28) Lo ’mperador del doloroso regno 1.19
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno, 30
S’el fu sì bel com’elli è ora brutto, 1.35
e contra ’l suo fattore alzò le ciglia,
ben dee da lui procedere ogne lutto. 36
Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia; 39
l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa
sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta: 42
e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla. 45
Sotto ciascuna uscivan due grand’ali, 2.06
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali. 48
Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello: 51
quindi Cocito tutto s’aggelava. 2.37
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava. 54
Da ogne bocca dirompea co’ denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti. 57
A quel dinanzi il mordere era nulla
verso ’l graffiar, che talvolta la schiena
rimanea de la pelle tutta brulla. 60
"Quell’anima là sù c’ ha maggior pena",
disse ’l maestro, "è Giuda Scarïotto,
che ’l capo ha dentro e fuor le gambe mena. 63
De li altri due c’ hanno il capo di sotto,
quel che pende dal nero ceffo è Bruto:
vedi come si storce, e non fa motto!; 66
e l’altro è Cassio, che par sì membruto.
Ma la notte risurge, e oramai
è da partir, ché tutto avem veduto". 69
