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2025-01-10 11:24 | 星期五

Canto XXVI. Fatti non foste a viver come bruti (Remastered 2024, Versione in Spa

Canto XXVI. Fatti non foste a viver come bruti (Remastered 2024, Versione in Spagnolo)歌词由Joseph B&Alex JB Martin&Kronos&Luca Zeta&Gianluca Cellai演唱,出自专辑《Dante in Musica, (Trilogia in Classical, La Divina Commedia, Inferno, Purgatorio, Paradiso)》,下面是《Canto XXVI. Fatti non foste a viver come bruti (Remastered 2024, Versione in Spagnolo)》完整版歌词!

Canto XXVI. Fatti non foste a viver come bruti (Remastered 2024, Versione in Spagnolo)歌词

Canto XXVI. Fatti non foste a viver come bruti (Remastered 2024, Versione in Spagnolo)歌词完整版

Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande 0.05

che per mare e per terra batti l'ali,

e per lo 'nferno tuo nome si spande! 3

79) O voi che siete due dentro ad un foco, 0.29

s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,

s’io meritai di voi assai o poco, 81

quando nel mondo li alti versi scrissi,

non vi movete; ma l’un di voi dica

dove, per lui, perduto a morir gissi". 84

Lo maggior corno de la fiamma antica 0.56

cominciò a crollarsi mormorando,

pur come quella cui vento affatica; 87

indi la cima qua e là menando,

come fosse la lingua che parlasse,

gittò voce di fuori e disse: "Quando 90

mi diparti’ da Circe, che sottrasse

me più d’un anno là presso a Gaeta,

prima che sì Enëa la nomasse, 93

né dolcezza di figlio, né la pieta

del vecchio padre, né ’l debito amore

lo qual dovea Penelopè far lieta, 96

vincer potero dentro a me l’ardore

ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto

e de li vizi umani e del valore; 99

ma misi me per l’alto mare aperto, 2.05

sol con un legno e con quella compagna

picciola da la qual non fui diserto. 102

L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna, 2.22

fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,

e l’altre che quel mare intorno bagna. 105

Io e’ compagni eravam vecchi e tardi

quando venimmo a quella foce stretta

dov’Ercule segnò li suoi riguardi 108

acciò che l’uom più oltre non si metta;

da la man destra mi lasciai Sibilia,

da l’altra già m’avea lasciata Setta. 111

"O frati," dissi, "che per cento milia 3.03

perigli siete giunti a l’occidente,

a questa tanto picciola vigilia 114

d’i nostri sensi ch’è del rimanente,

non vogliate negar l’esperïenza,

di retro al sol, del mondo sanza gente. 117

Considerate la vostra semenza: 3.40

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza". 120

Li miei compagni fec’io sì aguti, 4.16

con questa orazion picciola, al cammino,

che a pena poscia li avrei ritenuti; 123

e volta nostra poppa nel mattino,

de’ remi facemmo ali al folle volo,

sempre acquistando dal lato mancino. 126

Tutte le stelle già de l’altro polo

vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,

che non surgëa fuor del marin suolo. 129

Cinque volte racceso e tante casso 4.53

lo lume era di sotto da la luna,

poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, 132

quando n’apparve una montagna, bruna

per la distanza, e parvemi alta tanto

quanto veduta non avëa alcuna. 135

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; 5.38

ché de la nova terra un turbo nacque

e percosse del legno il primo canto. 138

Tre volte il fé girar con tutte l’acque;

a la quarta levar la poppa in suso

e la prora ire in giù, com’altrui piacque, 141

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