Mellitus歌词由Dikeidi演唱,出自专辑《Mellitus》,下面是《Mellitus》完整版歌词!
Mellitus歌词完整版
Apro gli occhi, il risveglio è alquanto strano fisso i miei che distrutti mi stringono la mano sento i rintocchi di una fatidica sentenza sono le sei e mi pervade l’impotenza
non emetto un verso, il mio viso è bianco
proprio come il camice di chi mi sta parlando
non sono più lo stesso, mi sento tanto stanco
il mondo si riduce e non alzo più lo sguardo
ma non capisco ciò che dice, mantengo il mio sorriso all'improvviso mio padre impreca e maledice
sono confuso e non capisco così non l’ho mai visto il suono si fa sordo, chissà se torno a casa
la realtà di colpo lascia la mia mente rasa
una quiete improvvisa non ci sono più domande parlan di ferite a cui non servono le bende
guardo fisso fuori evito i dottori e mi giro su un fianco ai piedi del letto i miei si sfogano in un pianto
Una malattia che lascia solchi
passano gli aghi e i segni non sono così profondi cavalco draghi e la censuro nei miei sogni
la realtà però è la stessa da 2300 giorni
una malattia che lascia solchi
passano gli aghi e i segni non sono così profondi cavalco draghi e la censuro nei miei sogni
la realtà però è la stessa da 2300 giorni
Un viaggio in salita, minimizzo la fatica
la paura non mi assale più, cosa vuoi che dica forse sono bravo a mascherare
incrociando le dita vivo l’esperienza di precipitare rinchiuso in ospedale perdo voglia e vista
mia madre fa la veglia ma sono ottimista
il mio corpo cambia, si ammala e si adatta
non ricordo più com’ero prima di questa bastarda una canzone mi pervade, torno a casa l’immaginazione gode, la mente ora è distesa torno dai miei amici, ai miei giochi
a quei giorni felici, verso mondi ignoti...
sto bene e sto male la rabbia mi assale
nella mia stanza riordino lo scaffale
mi dedico a questo, ricerco il controllo
divento un ossesso, finchè non crollo
anni dopo lo stesso tracollo
una sorte condivisa con mio fratello
Mellitus
Una malattia che lascia solchi
passano gli aghi e i segni non sono così profondi cavalco draghi e la censuro nei miei sogni
la realtà però è la stessa da 2300 giorni
una malattia che lascia solchi
passano gli aghi e i segni non sono così profondi cavalco draghi e la censuro nei miei sogni
la realtà però è la stessa da 2300 giorni
Gettato come un sasso nell’abisso
ne sono uscito, non ci ricasco, non mi eclisso
riemerso da acque molto profonde
vedo il riflesso e non ci sono sponde
non sono più lo stesso, ora cavalco onde
mi sono visto sdraiato su quel letto
un bimbo spezzato e imperfetto
cresco, ora qui c’è un uomo onesto
apro il cassetto mi riapproprio del mio sogno e scrivo questo testo culturista del sorriso o forse ignoro la sconfitta
non sono più indeciso perché la mia strada è dritta
ripenso ai sacrifici fatti della mia famiglia
tenaci e resistenti come la muraglia
e ringrazio chi mi è stato vicino, intanto
benedico chi mi sta ancora accanto
l'ultimo saluto col naso all’insù
guardo le stelle e penso a te che ormai, non ci sei più
Una malattia che lascia solchi
passano gli aghi e i segni non sono così profondi cavalco draghi e la censuro nei miei sogni
la realtà però è la stessa da 2300 giorni
una vita che incassa colpi
passano gli anni e i segni sono evidenti
in questi panni convivo con essa bei momenti la realtà adesso è cambiata da 5120 giorni
riapro gli occhi ora c’è lei al mio fianco
la guardo e sono contento
sento i rintocchi dell’ennesima sveglia
mi alzo, mi vesto, un'altra episodio prende forma...