Il figlio epilettico (Mc 9, 14-29)歌词由Pierangelo Comi演唱,出自专辑《La notizia disattesa》,下面是《Il figlio epilettico (Mc 9, 14-29)》完整版歌词!
Il figlio epilettico (Mc 9, 14-29)歌词完整版
Come cambiar la storia?
Come salvare l'umanità?
Come dar speranza e voglia
A chi, per l'uomo, costruisce dignità?
C'è chi da Dio tutto attende.
C'è chi vuole la rivoluzione.
Tra gli scribi e tra la gente,
i discepoli non hanno soluzione.
Ma, nella comune assenza,
giunge, inaspettata,
di Gesù la presenza,
tra quella folla sconcertata.
Uno, tra le gente, in Gesù vede una speranza;
mostra a lui, fremente, come ultima istanza,
il figlio, incapace di batter ciglio,
muto, non sa chiedere aiuto,
Indolente, non gli importa più di niente,
epilettico, convulso e digrignante.
Così, come il popolo, distrutto
da una rabbia da troppo repressa,
e, perché invano ha creduto,
con la fede ormai regressa,
illuso e ingannato, non vuol più chiedere aiuto:
non gli importa più niente,
né di Dio, né della gente.
Gesù reagisce, con profonda delusione,
per l'assenza di fede in quella generazione:
il padre non sa fin quanto credere,
il figlio incapace ormai di intendere,
gli scribi lo vogliono snobbare,
i discepoli che non lo sanno accettare.
Il popolo, già oppresso e disperato,
da fanatismo violento posseduto,
nel fuoco riformista caduto,
nell'acqua mortale gettato,
a Gesù portato non vuol essere ingannato,
dall'assurda soluzione
di morte-resurrezione.
Allora Gesù, d'improvviso si animò,
allo spirito sordo e muto, con forza ordinò:
"Esci da lui, non vi rientrare più!"
Tra grida e convulsioni, si vide cadere giù
quel figlio malato, rimasto là contorto,
mentre, scettica, la gente lo giudicò già morto.
Ma Gesù, presolo per mano,
da terra, lo fece rialzare.
E in piedi, lui rimase sano,
con stupore e meraviglia, a guardare
l'illusa speranza d'una violenta liberazione,
rimasta a terra, morta:
vecchia condizione.
Ogni cosa è possibile
a chi davvero crede!
Ma noi, ne abbiamo poca,
e non si chiama certo fede!
Amiamo la bellezza,
crediamo nell'efficienza:
ma tutto facciamo, a spese
dell'umana, debita, decenza!
E la nostra fantasia,
sempre così sbrigliata,
non vuol credere che meglio sia
essere aiutata!
E l'uomo, l'uomo così rovinato,
aspetta, aspetta ancora e sempre,
d'essere trasfigurato.